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Le federazioni del tessile e abbigliamento in crisi chiedono moratorie doganali per 6 mesi.

Una filiera che si presenta così compatta e all’unisono non è un fatto comune. Mercoledì 22 aprile, ben 66 federazioni internazionali del tessile/abbigliamento hanno inviato un comunicato congiunto ai governi, in particolare per richiedere pagamenti differiti di tasse doganali per un periodo di 180 giorni.

La lettera combina il who’s who federale della filiera. Tra i firmatari figurano l’Intenational Apparel Federation (IAF), l’International Textile Manufactureres Federation (ITMF), l’American Apparel & Footwear Association, il British Fashion Council, la confederazione europea Euratex. Senza dimenticare il sottocomitato cinese per il tessile (CCPIT-Tex) e la China National Garment Association (CNGA), oltre alla World Federation of Sporting Goods Industry (WFSGI). Sono rappresentati anche Maghreb, Turchia, Egitto, Canada, e le nazioni del Sud-Est asiatico.
 
“Con la chiusura delle imprese, ricavi e cassa si sono prosciugati”, afferma la nota congiunta. “Il contrarsi della disponibilità di denaro liquido che ne è risultato ha colpito numerose aziende, i loro dipendenti e fornitori a vari livelli in tutto il mondo. I contratti vengono annullati, i lavoratori vengono licenziati, le fabbriche e le imprese sono chiuse. Ogni giorno che passa, questi danni si aggravano e vanno a nuocere sempre più alle parti interessate. Dobbiamo coordinare e accelerare i nostri sforzi per limitare e mitigare questi danni e garantire che non siano irreversibili”.

Le federazioni chiedono ai governi un pacchetto di misure di rilancio temporanee destinate ad aziende e lavoratori, e che siano flessibili e facilmente prolungabili a seconda delle necessità. Il comunicato stampa si fa più preciso per quanto riguarda le aspettative doganali. I massimi dirigenti della filiera chiedono una diminuzione dei dazi doganali per sostenere i flussi di cassa, con in particolare il differimento dei pagamenti per un periodo di 180 giorni. E una cancellazione quando si tratta di import/export di beni per la protezione personale. Infine, il documento reclama che non siano imposte nuove restrizioni commerciali durante il periodo di rilancio, sia sui prodotti finiti che sulle materie prime.
 
“Queste azioni nei prossimi 90 giorni non solo aiuteranno a dettare il ritmo al quale potremo recuperare, ma diranno tanto su chi siamo come industria e come professionisti”, indica il comunicato. “I nostri comparti toccano letteralmente tutti sul pianeta, e noi abbiamo un impegno permanente – verso i nostri lavoratori e consumatori – per fare in modo che l’industria che uscirà da questa crisi sia responsabile, sostenibile, vitale e sana”.

Trends Reporter © riproduzione riservata

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